Licenziamento senza preavviso a Roma
La vita aziendale presenta fatti di diversa natura giuridica, disciplinati, sia per i contratta a tempo indeterminato che per i contratti a tempo determinato, dalla legge e dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL).
Una delle questioni più frequenti da dover affrontare riguarda poi il momento in cui si affronta un licenziamento, oppure semplicemente viene intrapresa la decisione da parte del lavoratore di dare le proprie dimissioni.
In entrambi i casi esistono norme specifiche che vanno ad influenzare tanto l’azienda quanto il patrimonio del lavoratore, riguardando tanto stesse, ma anche quegli aspetti amministrativi che riguardano somme di denaro, più o meno cospicue, nelle quali si può incappare a seguito di errori commessi dal datore di lavoro o dal dipendente stesso.
In questo articolo andremo a parlare di un argomento specifico e delle relative normative: il preavviso di licenziamento/dimissioni e, più in particolare del licenziamento senza preavviso.
Quando è possibile il licenziamento senza preavviso: vediamo i casi
Tra i casi di licenziamento senza obbligo di preavviso rientra senz’altro il licenziamento per giusta causa senza preavviso, che può essere inteso come una forma di licenziamento disciplinare.
Licenziamento per giusta causa
Questa tipologia di licenziamento disciplinare, riguarda quei casi in cui viene riscontrata una condotta particolarmente grave tenuta dal lavoratore, talmente grave da non consentire la prosecuzione del rapporto neanche per un solo giorno.
In tal caso il licenziamento avviene in tronco e, dopo la sua comunicazione, il dipendente è tenuto a non presentarsi più sul lavoro. Non gli è neanche dovuta l’indennità sostitutiva del preavviso.
Come noto, esistono due tipi di licenziamento disciplinare: quello per giusta causa e quello per giustificato motivo soggettivo.
Se nel secondo caso è sempre dovuto il preavviso (trattandosi di comportamento grave, ma non tanto da giustificare il recesso immediato), nel licenziamento per giusta causa si ha invece la risoluzione immediata del rapporto senza obbligo di preavviso.
Nel caso specifico di un licenziamento per giusta causa, andiamo a vedere un licenziamento senza preavviso cosa comporta e i rischi per il lavoratore.
Il licenziamento per giusta casa è determinato dal verificarsi di fatti che non consentono la prosecuzione, neanche provvisoria, del rapporto.
Possiamo ritrovare questa situazione in specifiche condotte con le quali il lavoratore va a ledere l’azienda stessa.
Ecco alcuni esempi:
- rifiuto di riprendere il lavoro dopo la malattia se la visita fiscale dell’Inps ha attestato la guarigione;
- svolgimento di attività lavorativa, durante la malattia, in favore proprio o di terzi, se la malattia era simulata o se tale attività ha pregiudicato la guarigione;
- lavoratore che per più volte non si è fatto trovare, negli orari di reperibilità, dal medico fiscale dell’Inps;
- insubordinazione: si pensi al dipendente che si rifiuta di svolgere lavoro straordinario e reagisce in modo sia fisico che verbale nei confronti del suo superiore;
- dipendente che si reca al lavoro nonostante il provvedimento disciplinare di sospensione, dal servizio e dalla retribuzione, emesso nei suoi confronti;
- dipendente che discredita l’immagine dell’azienda;
- furto di consistente valore in azienda;
- molestie sessuali nei confronti di clienti o di altri dipendenti;
- spaccio di droga sul lavoro;
- appropriazione di somme di denaro, anche se di modesta entità, da parte del dipendente addetto alla cassa;
- rivelazione a terzi di segreti aziendali;
- falsificazione del badge;
- reiterato stato di ebbrezza sul luogo di lavoro;
- abuso sistematico per scopi personali della scheda carburante data in dotazione dall’azienda;
- assenza ingiustificata: solo se il lavoratore non comunica tempestivamente le motivazioni della sua assenza dal servizio, mente sulle reali ragioni e l’assenza è prolungata per svariati giorni, tanto da danneggiare l’azienda;
- violenza fisica sui colleghi o sui superiori;
- correzione della data sul certificato medico al fine di allungare il periodo di malattia;
- abuso dei permessi della legge 104: se il dipendente ha usato i giorni di permesso come ferie personali e non per prestare aiuto al familiare invalido;
- abbandono del posto di lavoro, ma solo se dall’abbandono può derivare un grave pregiudizio all’incolumità delle persone o alla sicurezza degli impianti o se si tratta di un dipendente con mansioni di custodia o sorveglianza (si pensi a una guardia giurata).
Indennità per il mancato preavviso di licenziamento
Come già specificato, salvo che in alcuni specifici casi, il preavviso di licenziamento è un obbligo previsto per legge; esistono, pertanto, a fronte di queste possibili inadempienze da parte del datore di lavoro, specifiche indennità che spettano di diritto al lavoratore.
Si parla di indennità per il mancato preavviso di licenziamento quando sussistono le condizioni per cui, un dipendente, doveva essere avvisato preventivamente secondo quanto stabilito previsto dalla legge e dai contratti collettivi.
Il datore di lavoro che licenzia il dipendente senza preavviso è soggetto al pagamento di un’indennità per un licenziamento senza preavviso, che si aggiunge al ticket di licenziamento.
Prendiamo come esempio un impiegato nel settore edile di V categoria professionale e un’anzianità di servizio di 6 anni, con stipendio mensile di 1.300€ lordi. In questo caso il preavviso è di 2 mesi; in caso di licenziamento immediato senza preavviso, pertanto, il datore di lavoro deve corrispondere un indennizzo di 2.600€.
Licenziamento in prova
Come ultima ma doverosa delucidazione, va fatto presente che, nel caso in cui ci si trovi a dover terminare il periodo di prova (utile sia al lavoratore che al datore di lavoro per valutare la reciproca convenienza a proseguire il rapporto) il preavviso di licenziamento o dimissioni non è obbligatorio.
Situazione differente è quella del licenziamento senza preavviso per un lavoratore assunto con un contratto a tempo determinato, poiché terminato positivamente il periodo di prova, anche solo un giorno prima, l’obbligo di preavviso resta comunque valido.
Esistono poi numerosi casi in cui si ha un licenziamento illegittimo, come il caso in cui il datore di lavoro non può avvalersi di una giusta causa, o il caso di mancanza di GMO (licenziamento per giustificato motivo oggettivo), rappresentato, ad esempio, dal recesso per presunta sopravvenuta inidoneità psico - fisica, per cause indipendenti dal lavoro.