Mobbing a Roma
Il termine mobbing viene utilizzato soprattutto in riferimento a situazioni lavorative ed indica un insieme di comportamenti aggressivi fisici o verbali esercitati da una persona o da un gruppo di persone nei confronti di uno o più soggetti.
Cos’è il mobbing sul lavoro e come difendersi
Con il termine mobbing sul lavoro ci si riferisce a quell’insieme di comportamenti perpetrati da datori di lavoro, superiori o colleghi, a danno del lavoratore: ostracismo, umiliazioni pubbliche, diffusione di notizie non veritiere, col fine di costringere il dipendente abbandonare il posto di lavoro anziché ricorrere al licenziamento.
Affinché sia considerato mobbing sul posto di lavoro, l’attività persecutoria deve durare più di 6 mesi e deve mirare all’espulsione del lavoratore, o comunque avere ripercussioni psico-fisiche che spesso sfociano in specifiche malattie ad andamento cronico.
Come provare il mobbing
L’onere della prova spetta al lavoratore che dovrà intanto provare che nei suoi confronti è stata perpetrata una serie di comportamenti persecutori, con intento vessatorio.
Il primo passo è accertare il collegamento tra mobbing e danneggiamento della salute; sarà poi necessario accertare la volontà di chi ha posto in essere le vessazioni.
Il danno alla salute psico-fisica subìto dal lavoratore deve essere provato in sede di giudizio; andranno quindi depositate perizie mediche, onde per ottenere il risarcimento del danno de delle spese mediche sostenute a causa delle vessazioni.
Come procedere in caso di mobbing sul lavoro
In caso di mobbing sul lavoro, il dipendente può inviare una lettera di diffida al proprio datore di lavoro comunicandogli di aver subito delle vessazioni (il cd. mobbing) e, a causa di queste, dei danni psicofisici.
Come fare una denuncia per mobbing se ci sono i presupposti di un reato?
In presenza di vere e proprie minacce, intimidazioni, molestie sessuali, atti di diffamazione e violenza (anche solo verbale), il lavoratore può recarsi direttamente presso gli uffici delle forze dell’ordine, le quali dopo sussistendone i presupposti, daranno inizio alle indagini e, in caso di riscontro positivo, il datore di lavoro subirà un processo in sede penale.
Il lavoratore può dimettersi per giusta causa, quindi in tronco e senza preavviso, e fare richiesta di NASPI.
Il datore di lavoro sarà quindi chiamato a risarcire sia l’eventuale danno professionale (c.d. danno da dequalificazione); sia il danno non patrimoniale (ossia danno biologico, morale ed esistenziale).
Mobbing al lavoro a chi rivolgersi: per ulteriori dubbi o chiarimenti contatta, impegno, lo Studio Legale Flaminio.
Cosa si intende per mobbing verticale
Quando si parla di mobbing verticale si fa riferimento al mobbing posto in essere dal datore di lavoro, anche detto “bossing”, perpetrato con l’obiettivo di isolare e denigrare il lavoratore, ostacolarne la carriera o la crescita professionale portandolo a dimettersi.
Cos’è il mobbing orizzontale
Per mobbing orizzontale si intende quello posto in essere dai colleghi del lavoratore, vittima delle persecuzioni per svariati motivi (incompatibilità ambientale o caratteriale, etnia, religione, sesso etc.)
Un’altra tipologia di mobbing è il mobbing subdolo, fatto cioè di tante piccole azioni apparentemente non gravi ma che alla lunga hanno gli stessi effetti del mobbing; vi rientra il non rispondere ai messaggi, non dare più incarichi al lavoratore, fare come se non ci fosse etc.
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